Scena IV.
LEONE, GIUSTINA.
LEONE.
Non posso più reprimermi, licenza mi sia data;
Io non le diedi i titoli e d’ambiziosa, e ingrata; Continua a leggere
Scena IV.
LEONE, GIUSTINA.
LEONE.
Non posso più reprimermi, licenza mi sia data;
Io non le diedi i titoli e d’ambiziosa, e ingrata; Continua a leggere
Scena III.
PULCHERIA, LEONE, GIUSTINA.
PULCHERIA.
Signore, e a che qui rendervi di nuovo? E’ l’impazienza
D’aggravare i miei spasimi con la vostra presenza, Continua a leggere
Scena II.
PULCHERIA, GIUSTINA.
PULCHERIA.
Giustina, e che ciò m’ìndica, e di che ritirate
Le nozze audace intimida, da lui stesso auspicate? Continua a leggere
ATTO TERZO.
Scena I.
PULCHERIA, MARZIANO, GIUSTINA.
PULCHERIA.
Ve l’ho detto, il mio ordine; Signore, che si faccia
Tutto il cuore a proteggermi da quel che lo minaccia, Continua a leggere
Scena III.
MARZIANO, GIUSTINA.
MARZIANO.
Pericoloso spirito! E quanto poche pene
Gli costerebbe il togliere fede e amore ad Irene! Continua a leggere
Scena II.
MARZIANO, ASPARE, GIUSTINA.
ASPARE.
Signore, insieme a metterci riuscì il vostro suffragio;
Quanto a cent’altri facile non è, v’uscì con agio; Continua a leggere
ATTO SECONDO.
Scena I.
MARZIANO, GIUSTINA.
GIUSTINA.
Fatta pertanto autocrate la gran Pulcheria fu,
Signore?
MARZIANO.
S’ebbe a rendere giustizia alle virtù. Continua a leggere
Scena III.
IRENE, LEONE.
IRENE.
Signore, non parlate;
Che debba io rivolgervi la parola aspettate? Continua a leggere
Scena I.
PULCHERIA, LEONE.
PULCHERIA.
V’amo, Leone, e chiuderne non voglio in me il segreto:
Fiamma alla mia consimile non pone al dir divieto. Continua a leggere
Scena VIII.
OTONE, ALBINO.
ALBINO.
Aspettano, Signore, in Campidoglio;
E il Senato in quest’attimo al completo vi muove Continua a leggere
Scena VII.
OTONE, PLAUTINA, FLAVIA.
OTONE.
Donna, detto dei crimini di Lacone vi fu?
PLAUTINA.
L’ho saputo in quest’attimo, mio padre non è più. Continua a leggere
Scena VI.
PLAUTINA, FLAVIA.
FLAVIA.
A dirvi che la collera dei superi irritata,
Ossia, piuttosto, l’invido del destino furore… Continua a leggere
Scena V.
MARZIANO, PLAUTINA, ATTICO, SOLDATI.
PLAUTINA.
Andate là a nascondere i pianti che vi sfuggono,
D’Otone le catastrofi voi come me distruggono, Continua a leggere
Scena IV.
MARZIANO, GALBA, ATTICO, VINIO, CAMILLA.
MARZIANO.
Non più oramai cercatelo, lo vedrete apparire,
Signore, è per suo tramite che un ribelle punito… Continua a leggere
Scena III.
GALBA, CAMILLA, VINIO, LACO, PLAUTINA, RUTILIO, ALBIANA.
PLAUTINA.
Smentita non ho a farvene, Signora, Otone è morto,
Chiunque va appressandosi dà alla nuova conforto, Continua a leggere
Scena II.
GALBA, CAMILLA, LACO, VINIO, ALBIANA.
GALBA.
Ma pure Laco approssima. Ebbene? che novelle?
Che poteste ambo apprendere dal campo a noi ribelle? Continua a leggere
ATTO QUINTO.
Scena I.
GALBA, CAMILLA, RUTILIO, ALBIANA.
GALBA.
Temete, io v’ho a ripetere, la maestà offesa,
Per poco ch’abbia a cogliervi con lui in alcuna intesa. Continua a leggere
Scena VII.
CAMILLA, RUTILIO, ALBIANA.
RUTILIO.
Vogliate, oh Donna, apprendere il nostro gran disdoro;
Di partigiani o quindici o venti in mezzo al foro Continua a leggere
Scena VI.
CAMILLA, ALBIANA.
ALBIANA.
Voi stessa Otone perdere! Signora, e lo potete?
CAMILLA.
Oh quanto in fondo all’anima voi poco mi vedete! Continua a leggere
Scena V.
CAMILLA, MARZIANO, ALBIANA.
CAMILLA.
Marziano, ebbe già a dirmelo costei, l’amate voi?
MARZIANO.
Gli occhj miei se ne incantano, onta agli sprezzi suoi. Continua a leggere
Scena IV.
CAMILLA, PLAUTINA, ALBIANA.
CAMILLA.
Signora, qui servendovi venir fida mi lice
Un omaggio facendone alla mia imperatrice? Continua a leggere
Scena III.
VINIO, PLAUTINA.
VINIO.
Figlia, altro v’è a conoscere: felice evento, e vero
Qualunque cosa càpiti, assegna a te l’impero. Continua a leggere
Scena II.
VINIO, OTONE, PLAUTINA.
OTONE.
Signore, ah voi impeditele, ché Plautina…
VINIO.
Signore,
Tutto impedir possibile v’è purché abbiate il cuore. Continua a leggere
ATTO QUARTO.
Scena I.
OTONE, PLAUTINA.
PLAUTINA.
Che consiglj vi prodigo, infine, mio Signore?
M’angustia in modo simile un simile dolore, Continua a leggere
Scena V.
OTONE, CAMILLA, ALBINO, ALBIANA.
CAMILLA.
Potete in questo leggermi l’anima tutta intera, Continua a leggere
Scena IV.
GALBA, OTONE, CAMILLA, ALBINO, ALBIANA.
GALBA.
Otone, e v’è da credere che voi Camilla amiate?
OTONE.
Queste brame sarebbero da parte mia arrischiate, Continua a leggere
Scena III.
GALBA, CAMILLA, ALBIANA.
GALBA.
Quando, i figlj morendomi, mi mancò una famiglia,
Nipote mia, amorevole vi presi come figlia, Continua a leggere
Scena II.
ALBINO, CAMILLA.
ALBINO.
Galba è per arrivare,
La scelta nota a rendervi, e a farvela approvare. Continua a leggere
ATTO III.
Scena I.
CAMILLA, ALBIANA.
CAMILLA.
Fu tuo fratello a dirtelo, Albiana?
ALBIANA.
Sì, Signora.
Pisone è fatto autocrate; siete sua sposa, ora, Continua a leggere
Scena VI.
LACO, MARZIANO.
MARZIANO.
S’imputi Pisone per quest’ire…
LACO.
E osate spaventarvene? Lasciamola garrire,
Badiamo di non perderci per téma di fallire. Continua a leggere
Scena V.
CAMILLA, LACO, MARZIANO, ALBIANA.
CAMILLA.
Io qui ben a proposito vi trovo, se dio vuole;
Con voi voglio discorrere: solo quattro parole. Continua a leggere
Scena IV.
LACO, MARZIANO.
LACO.
Di Plautina invaghitovi! Fede questa non è
Che contro Vinio in vincolo doveva unirvi a me! Continua a leggere
Scena III.
PLAUTINA, LACO, MARZIANO, FLAVIA.
LACO.
Vuol Galba accondiscendere ai vostri voti ormai; Continua a leggere
Scena II.
MARZIANO, FLAVIA, PLAUTINA.
PLAUTINA.
Che m’avete apportato?
MARZIANO.
Ch’è solo in voi decidere del nostro impero il fato, Continua a leggere
ATTO SECONDO.
Scena I.
PLAUTINA, FLAVIA.
PLAUTINA.
Dimmi, sù, proponendosi a Camilla, Otone
Parve stesse forzandosi? Lei mostrò approvazione? Continua a leggere
Scena IV.
OTONE, PLAUTINA.
OTONE.
Fermate, orvia, Signore,
Se prevenir è d’obbligo l’infausto disonore, Continua a leggere
Scena III.
PLAUTINA, OTONE, VINIO.
PLAUTINA.
No, Signore, non ditelo; quello che il cielo invia
Prendo, senza percorrere alcun’ontosa via, Continua a leggere
Scena II. VINIO, OTONE.
VINIO.
Soli, Albino, lasciateci; con lui ho a conferire.
Che m’amiate ho da credere, Signore, e che mia figlia Continua a leggere
Scena III.
SABINA.
Sabina possa esprimere, Sire, quant’abbia in cuore
La pena d’una coniuge, di sorella il dolore; Continua a leggere
Scena II.
IL VECCHIO ORAZIO, ORAZIO, TULLO.
IL VECCHIO ORAZIO.
Ah, Sire, onore simile troppo eccede per me;
Non questo è il luogo idoneo per incontrarvi il re:
ATTO V.
SCENA I.
IL VECCHIO ORAZIO, ORAZIO.
IL VECCHIO ORAZIO.
Dalla vista togliamoci di queste cose infeste,
Qualche lode per sciogliere al giudizio celeste: Continua a leggere
Scena VII.
SABINA, ORAZIO.
SABINA.
Perché arresti in quest’attimo quella nobile ira?
Guarda tuo padre reggere tua sorella che spira: Continua a leggere
Scena VI.
ORAZIO, PROCOLO.
PROCOLO.
Che faceste?
ORAZIO.
Ebbi a compiere qui di giustizia un atto;
Chiede un supplizio simile un simile misfatto. Continua a leggere
Scena V.
ORAZIO, CAMILLA.
ORAZIO.
Sorella, il braccio eccovi che vendicò i fratelli,
Che seppe il corso frangere dei fati a noi ribelli,
Scena IV. CAMILLA.
CAMILLA.
Sì, gli farò visibile, con infallanti segni
Come un amor veridico mano di Parca sdegni, Continua a leggere
Scena III.
IL VECCHIO ORAZIO, CAMILLA.
IL VECCHIO ORAZIO.
Non più, non più di spargere pianti son queste l’ore,
Figlia, che poco addicono dove rifulge onore: Continua a leggere
Scena II.
VALERIO, IL VECCHIO ORAZIO, CAMILLA.
VALERIO.
Conforti a un padre a porgere, messi del re, veniamo,
E del pari attestandogli…
IL VECCHIO ORAZIO.
D’ufficio vi sollevo; Continua a leggere
ATTO QUARTO.
Scena I.
IL VECCHIO ORAZIO.
Mai nulla di quel perfido più ditemi in difesa;
Com’anzi ai consanguinei di lei la fuga ha presa, Continua a leggere
Scena VI.
IL VECCHIO ORAZIO, GIULIA, SABINA, CAMILLA.
IL VECCHIO ORAZIO.
Ci venite ad apprendere, Giulia, della vittoria?
GIULIA.
No; del funesto esito dei bellicosi fatti:
Scena V.
IL VECCHIO ORAZIO, SABINA, CAMILLA.
IL VECCHIO ORAZIO.
Vengo, figlie, recandovi terribili novelle;
Del resto, è in tutto inutile da parte mia celare Continua a leggere
Scena IV.
SABINA, CAMILLA.
SABINA.
Tra i mali nostri, al biasimo mio non vi denegate;
Troppa pena nell’anima vostra, mi pare, abbiate; Continua a leggere
Scena III.
SABINA, CAMILLA, GIULIA.
SABINA.
Sorella, permettetemi di darvi buone nuove. Continua a leggere
Scena II.
SABINA, GIULIA.
SABINA.
Giulia, che nuove? L’attimo giunse a noi paventoso?
E’ il fratello cadavere? Morì forse lo sposo? Continua a leggere
ATTO TERZO.
Scena I. SABINA.
SABINA.
Anima, decidiamoci in mezzo a tanto strazio;
D’Orazio siamo coniuge, o sorella a Curiazio;
Atto II., Scena VIII.
IL VECCHIO ORAZIO, ORAZIO, CURIAZIO.
ORAZIO.
Quelle sviate femmine, padre mio, voi fermate;
Soprattutto ogni transito prego loro chiudiate. Continua a leggere
Scena VII.
IL VECCHIO ORAZIO, ORAZIO, CURIAZIO, SABINA, CAMILLA.
IL VECCHIO ORAZIO.
Che avviene qui, mie viscere? Date retta all’amore,
E con le donne a perdere seguite ancora l’ore?
Atto II. Scena VI.
CURIAZIO, ORAZIO, SABINA.
CURIAZIO.
Dèi, Sabina al suo sèguito! Del cuore alla procella
Non bastava la coniuge? S’aggiunge la sorella? Continua a leggere
Scena V.
CAMILLA, CURIAZIO.
CAMILLA.
Curiazio, e potrai corrervi, e quest’infesto onore
Puoi preferire al rendere felice il nostro amore? Continua a leggere
Scena IV.
ORAZIO, CAMILLA.
ORAZIO.
Sapeste quale incarico fu dato ora a Curiazio,
Sorella?
Scena III.
ORAZIO, CURIAZIO.
CURIAZIO.
Che d’ora innanzi gl’inferi, ed il cielo e la terra
Le loro furie uniscano per muovere a noi guerra; Continua a leggere
Scena II.
ORAZIO, CURIAZIO, FLAVIANO.
CURIAZIO.
Infine i suoi tre militi Alba scelse per sé?
FLAVIANO.
Venivo ad informarvene
CURIAZIO.
Bene; chi sono i tre? Continua a leggere
ATTO SECONDO.
Scena I.
CURIAZIO, ORAZIO.
CURIAZIO.
Roma non vuol distinguere tra campione e campione;
Le parrebbe illegittima ciascun’altra elezione; Continua a leggere
ATTO PRIMO, Scena III.
CURIAZIO, CAMILLA, GIULIA.
CURIAZIO.
Sì, Camilla, credeteci; quale a voi mi conservo
Di Roma non poss’essere né vittore né servo; Continua a leggere
Scena II. CAMILLA, GIULIA.
CAMILLA.
Quanto a torto desidera che resti qui con voi!
Ch’ella creda i miei spasimi meno forti dei suoi, Continua a leggere
Commenti recenti