L’avevo notato qualche tempo fa, a dir vero, ma lo dico adesso, perché un link a questo blog, da me trovato oggi in dashboard, mi ha rinfrescato la memoria: qui sono stato incluso in una lista di ricchioni, non-ricchioni & ex-ricchioni che si pronunciano autorevolmente o no circa l’esistenza dell’omosessualità, anzi, circa la non-esistenza.
Le posizioni degli altri non me le capisco molto bene, devo ammettere; però, se da un lato fa piacere essere incluso in un simile parterre de rois (Vidal, Risé, Busi, Puig, Anna Oxa [?!], Anna Mazzamauro [!!!!]), dall’altra non ho ancòra ben capìto che cosa c’entri io, che non sono – rifacendomi al celebre discrimine che faceva Costronzo ad uso dei ragazzi usciti dalla Casa del Grande Fratello – né noto né famoso – né autorevole.
Il riferimento, comunque, è a questa vecchia scheda di lettura, che peraltro non riporta, nella fattispecie della frasetta-stralcio leggibile su wikipink, alcuna mia opinione personale, limitandosi a riassumere la posizione dell’autore, lui sì famigerato, il clericalfascista Joseph Nicolosi.
Non mette nemmeno conto il dire che non condivido affatto la posizione del “dottore”, come non condivido nemmeno le basi pseudopsicanalitiche della sua dottrina, una volgare deformazione [nella “terapia”, colla sbandierata finalità di recuperare un’identità, si propone addirittura un gioco autorappresentativo di puerilità rara], né gli scopi che la sua tecnica bullatamente “riparativa” – che può interessare solo omosessuali depressi e, loro sì, in piena crisi d’identità e di nonaccettazione di sé – si prefiggerebbe.
[L’unico aspetto veramente preoccupante della faccenda è semmai l’entusiasmo di Claudio Risé, prefatore di questa minchiata e propugnettatore insigne di consimili terapie; e preoccupante unicamente perché quello di Risé è un nome, sia pure discusso, ma sempre un nome, della psicanalisi italiana contemporanea].
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