Michela Marzano (1970), L’estensione del dominio della manipolazione dall’azienda alla vita privata [“Extension du domaine de la manipulation de l’entreprise à la vie privée”, 2008], trad. Beatrice Magni, A. Mondadori Editore, Milano 2009. Pp. 202.
L’autrice, normalista e filosofa romana, è un cervello in fuga, attualmente professore associato all’università Paris Descartes; è una pensatrice originale influente.
Da un punto di vista storico generale, la nostra êra è caratterizzata dalla fine della società disciplinare, esplicitamente regolata in senso gerarchico; nel passaggio dal mondo antico al cristianesimo la schiavitù fu abolita solo faticosamente e gradualmente, per pervenire ad una condizione nella quale tra lavoro ed azione esisteva una distinzione piuttosto netta: il lavoro era innanzitutto sussistenza, l’azione perteneva essenzialmente al privato ed individuale. Per quanto riguarda la storia recente, al modello totale dell’impresa ottocentesca si sono sostituiti modelli che prendono il nome da formule applicate la prima volta in condizioni specifiche: portando alle estreme conseguenze intuizioni dell’economia classica, il fordismo ha identificato la produzione con la parcellizzazione del lavoro – ogni lavoratore si dedica solamente ad un componente – e con la catena di montaggio, il taylorismo con l’eliminazione totale degli sprechi, ed un lavoro finalizzato in ogni suo momento all’utile, e il toyotismo, infine, ad una produzione esclusivamente on-demand: risposte precise a precise esigenze del mercato, che in modi leggermente diversi si sono comunque fondati su uno sfruttamento intensivo del lavoratore. Nel passaggio da una società perfettamente gerarchizzata ad una democratica, tuttavia, il valore dell’obbedienza ha ceduto il passo a quello dell’iniziativa personale, e quello della fedeltà al proprio ruolo a quello della capacità d’adattamento. Per continuare ad esercitare il proprio ascendente sul lavoratore ed assicurarsene le prestazioni ad oltranza, l’impresa ha messo in atto, con l’ajuto del marketing e di figure professionali nuove (il formatore, o “coach”), una serie imponente di strategie retoriche per dominare il più possibile la volontà e il tempo del lavoratore. Gli effetti nefasti sono di due ordini: Continua a leggere →
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