Cesare Frugoni (1881-1978), Ricordi e incontri, A. Mondadori Editore, Milano marzo 1974. Pp. 218 + Ìndice.
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Il volume contiene tre prolusioni (sull’etica e la deontologia mediche, in memoria del suo maestro Pietro Grocco e in memoria del condiscepolo Eugenio Morelli) e diversi aneddoti, riguardanti prevalentemente personalità di spicco che il professore ebbe in cura, senza comporre una vera e propria autobiografia. Il professore, un’autentica celebrità al tempo suo, mosse i primi passi in un àmbito scientifico – com’egli stesso fa presente nelle ultime pagine di consuntivo – ancóra di qua dalle inevitabili specializzazioni dei decennî a venire, e anche, in mancanza di più raffinate tecnologie, su un approccio semejologico, fatto di capacità di osservazione, pratica e sensibilità. Ne conseguiva una sorta di figura di super-medico generico, dalla cultura scientifica enorme e in grado di tenere presente in contemporanea tutte le complessità del quadro clinico di un paziente – nei casi migliori, ovviamente, come senza dubbio quello del professore. Laureatosi con Pietro Grosso a Firenze nel 1905, vinse il concorso di primario medico presso l’Arcispedale di s. Maria Nuova nella stessa città nel 1912; lasciò Firenze nel 1921, avendo nel frattempo partecipato come medico militare alla Prima guerra mondiale. Tra il 1922 e il ‘27 fu professore di Patologia clinica a Firenze; tra il ‘27 e il ‘31 docente di Clinica medica a Padova; quindi docente di Clinica medica a Roma fino al 1951, anno del suo pensionamento per raggiunti limiti d’età. Continuò però ad esercitare fino al 1971, ritirandosi dalla professione a 90 anni. Continua a leggere
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