V sta per VICTOR, stritolato da un treno. VICTOR, la vita è attesa; nel suo nascere L’uomo, anche a strida altrui chiami attenzione, Bagnetti, vezzi, e cambj di pattone Deve attendere, e chi lo venga a pascere. Non meglio a chi sort’ha d’inveterascere Riserva il prossimo, e ogni istituzione: Sempre od un boja, o un capo, od un padrone Pressar non puoi se non a farlo irascere. Avresti atteso, in ore laboriose, Il tuo dovere onninamente assolto, Tra contrattempi e angustie burrascose; Infine avresti invano, ormai prosciolto, Pregustato ore quiete e luminose; Per essere, in quell’attimo, travolto.
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