505. Paolo Poli (6).

14 Gen



http://www.youtube.com/watch?v=p9EC-Ls7Fx0&feature=related

Paolo Poli: Figliuoli, ora ne’ camerini non vi voglio perché mi metto in mutande, piscio nel lavandino… come la Callas, lo sai che la Callas faceva l’amazzone? L’aveva paura del pubblico, come ho paura anch’io, e allora andava nel lavandino, faceva un goccino, l’ultimo. Poi allora Visconti le aveva detto che stava bene con la pelle tirata, lo chignon, e i capelli a larga tesa, sai… eh, insomma, le checche sono brave a inventare i vestiti alle donne. Non le trombano, ma le sistemano… eh… ciao!

[Pisa, teatro Verdi, aprile 2008]

[Les fleurs, con Ballista]

Marco Messeri: Lui è un lampo. Siccome deve pagare le prove, è uno dei pochi che paga tutto agli attori, eccetera, ha già lo schema preciso: quindi s’imbastisce lo spettacolo a una bella velocità.

[In scena; pezzo dello spettacolo]

Natalia Aspesi: I suoi ballerini son dei mostri, secondo me son bruttissimi, ma non so se ha cambiato, ma durante gli anni, goffi, incapaci di ballare, proprio orribili…

[Sei brillanti: “…cico cico…”].

[“Quella piccola e bizzarra vagabonda a notte ancor…”].

Lucia Poli: Negli spettacoli di Paolo le scene e i costumi hanno sempre avuto molta importanza, più i costumi addirittura delle scene. E il costume è come… una scena addosso all’attore, e cioè un’immagine dell’attore che si trasforma.

[Sei brillanti: “Quanti anni pensate che io abbia?”]

Emanuele Luzzatti: Quando m’ha chiesto… di fare i primi spettacoli per lui era su una scenografia preesistente, quindi io faccio delle illustrazioni per Paolo, e delle illustrazioni anche sotto dettatura, perché lui sa esattamente quello che vuole.

[Pisa, Teatro Verdi, aprile 2008: preparazione delle scene; “Que j’aime à vous voir belles fleurs…”].

Paolo Poli: Ah, comincio il secondo tempo con le canzoni popolari… gli anni Cinquanta, ritiraron fuori le “belle ciao” che i partigiani non hanno mai cantato. Cantavano: Notte e dì soli soli con le mani fra le tue gambe / fino all’orlo delle mutande…, le parodie delle canzonette dell’epoca.

[“Signore e signori, ecco a voi la storia d’un’orrenda madre”].

Rodolfo Di Giammarco: Lui è sempre scontento di sé, vuole sempre offrire dei tagli espressìvi, riconoscitivi, delle possibilità di lettura a più soglie al pubblico, e non sempre il pubblico riesce a cogliere tutte le… i livelli che lui desidera dare, perché lui è un attore popolare, ovviamente, ma è un attore anche raffinatissimo. Ecco, per questo lo trovo un po’ inimitabile.

[“Sola me ne vo per la città”].

[Saluti al proscenio. Paolo Poli: Originale, eh? ‘Un s’era mai visto gli applausi [chiama i ballerini] ].

Lucia Poli: Gli eredi sono stati tanti, perché… perché lui ha, in questa lunga carriera, ha influenzato moltissimi, che poi si sono travestiti dopo di lui, da Mastelloni a Brachetti, tutta… tutta una serie di … di attori che forse non l’avrebbero fatto, oppure l’avrebbero fatto in un altro modo, magari, se non avessero avuto un contatto, un… una sollecitazione dalla personalità di Paolo.

Marco Messeri: Per me è un maestro, e certo non sta a me dirlo, dev’esser lui a dire: sì, è un discepolo.

Rodolfo di Giammarco: Avevo segnalato già, anni anni fa, 586 aggettivi che gli stavano bene. Bene, lui fra 10 anni ancóra si meriterà: A, abbagliante, abile, accattivante, accorto, acido, acidulo, acrobatico, acuto, aereo, affascinante, agghindato, aggiornato, aggraziato, aggressivo

[scorrono in sovrimpressione, intanto, altri aggettivi della serie: bambinesco, burattinesco, camaleontico, caricaturista, casto, cattivo, crudele, damerino, danzante, decadente, delirante, demodé, dolcemaro, eccentrico, eccessivo, eccezionale, educato, elegante, fulminante, funambolico, gaio, garbato, gattesco, irriverente, istrionico, leggiadro, lepido, lezioso, lunatico, madrigalesco, magnifico, narcisi[s]ta, oltraggioso, originale, punzecchiante, raffinato, svenevole, svagato [sic], tagliente, umorista, vecchiotto, volteggiante, vorticoso, zitellesco]

e si può finire… eh, con la zeta… ma veramente ne ho uno solo, che è comunque curioso: zitellesco [ride].

[Rita da Cascia: “C’è una banca sul nel cielo”]

Paolo Poli: Io spero di morire, eh, di un botto! Tu mi vuoi vedere nella carrozzina a rotelle coi tubi nel naso, oppure nella clinica svizzera? Per carità! Quando non gli si dà retta, capìto?, il corpo segue l’anima. Se c’è. Oppure segue la perfidia… na-na-na-ni-na-na… [canticchia, sorride].

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