L’ho dedicato assai per tempo, del tutto inutilmente, a uno che era un po’ triste di compiere i 35 anni* jeri, domenica 6. Dopo averlo scritto gliel’ho dato da leggere, ma non à piaciato. Sicché lo attacco qui sotto (tanto, per quel che me ne faccio):
A
F. D.
PER IL SUO TRENTACINQUESIMO COMPLEANNO.
Sono passati sette lustri, e stanchi
Invano gli occhi sugl’imberbi tratti
Cercando i trentacinque oramai fatti;
Che t’aspettavi? Rughe? Peli bianchi?
Non temere, verranno i giorni stanchi:
Sotto i colpi del Tempo i passi sfatti,
Dato che i colpi non si dànno a patti,
Trarrai piangendo sui distrutti fianchi;
Perderai il pelo; un vomero inveduto
T’arerà il volto, un’inveduta lima
I denti ti trarrà. Sarai fottuto:
Come caduto, ahitè, da un’erta cima,
Rotto, sfranto, storpiato, irto, scrignuto.
(Naturalmente se non crepi prima).
Torino, c.so Tazzoli 76,
Sabato, 4 gennajo 2008.
* Nemmeno li dimostra, come si evince anche dal v. 2.
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